Dream Baby Dream

Aspettando l’uscita del nuovo album ripensavo al magnifico Wrecking Ball World Tour, che ho avuto il piacere di incrociare due volte: al Franchi di Firenze il 10 giugno 2012 e allo Stade de France di Parigi il 29 giugno 2013.

E ho trovato queste impressionanti e meravigliose statistiche, premete play e leggete.

Numeri

  • Inizio: Marzo 2012
  • Fine: Settembre 2013
  • Canzoni diverse: 238
  • Spettacoli: 133

Canzoni sempre presenti

  • Born To Run
  • Dancing In The Dark
  • Death To My Hometown

Spettacoli con album completi

  • Born In The USA: 7 volte
  • Born To Run: 6 volte
  • Darkness On The Edge Of Town: 3 volte

Pre-show

  • 2012: 3
  • 2013: 7

Spettacolo con più canzoni

  •  22 giugno 2013 – Goffertpark in Nijmegan, Olanda: 34

Spettacolo più lungo

  • 31 luglio 2012 – Helsinki, Finlandia: 4 ore e 6 minuti

 

E, alla fine, una lettera da Bruce a tutte le persone che hanno seguito il tour, sognando e cantando con lui

lettera bruce

Yeah I just wanna see you smile
And I just wanna see you smile
Yeah I just wanna see you smile
Come on dream on, dream baby dream

Yeah I just wanna see you smile
Yeah I just wanna see you smile
Yeah I just wanna see you smile
Come on dream on, dream baby dream

Come on and open up your heart
Come on and open up your heart
Come on and open up your heart
Come on dream on, dream baby dream

 

 

Il maestro zen e il suo allievo stavano camminando sulle rive di un fiume.

Lì c’era una prostituta, che aveva necessità di essere trasportata sull’altra sponda.
Il maestro zen la sollevò, la trasportò sull’altra sponda e la mise giù.

Il maestro e il suo allievo ripresero quindi a camminare.

Qualche ora dopo l’allievo era ancora molto agitato, e alla fine chiese al maestro: “Maestro, come ha potuto toccare ed aiutare quella prostituta! Questo è contrario a tutto quello in cui noi crediamo!

E il maestro rispose: “Io l’ho lasciata al fiume, tu perché continui a trasportarla?

La birra, le tasse e la politica industriale

Questa storia è un esempio perfetto del perché tante cose in Italia non vanno.

Il motivo principale è l’incompetenza politica, che pensa stupidamente all’immediato. Senza capacità di programmare, perché non ha la capacità di comprendere, una politica industriale che serva a far crescere il paese.

Da qualche giorno infatti è partita la campagna #salvalatuabirra

Salva la tua birra

Il perché di questa campagna, promossa da AssoBirra, associazione di Confindustria dei produttori di birra e malto, è dovuto al fatto che il governo ha in progetto di aumentare del 35% le accise sulla birra.

I produttori giustamente protestano perché questo aumento significa che mentre ora di un euro di birra se ne va in tasse il 33%, con il nuovo aumento si arriverebbe al 47%, ovvero metà della birra che bevete la pagate in tasse!

Già questo basterebbe ad incazzarsi non poco, ma ho detto che questo è un esempio di incapacità a programmare una politica industriale.

Perché quindi questa storia tutta italiana di tasse è un case study? Partiamo da un presupposto: la birra per l’Italia è un ramo industriale strategico.

Perché? Perché storicamente l’Italia non ha una grande tradizione birraia, come ad esempio le nazioni mitteleuropee, o anche qualche paese dell’America o dell’Asia.

L’Italia è uno dei grandi produttori di vino, non di birra.

Quindi è un settore che va considerato strategico per un motivo: ha enormi margini di crescita.

Essendo famosi per il vino, nessuno ci considera per la birra, quindi facendo le cose fatte bene sia dal lato industriale che dal supporto statale, ci potrebbe essere un grande boom del settore.

Così è stato infatti negli ultimi anni.
Nonostante i due principali gruppi, Peroni e Moretti, siano passati in mano straniera (vuoi per incapacità politica di proteggere i marchi, vuoi per necessità di consolidamento del mercato), il mercato della birra italiana è in grande fermento (permettetemi il gioco di parole).

Infatti negli ultimi anni sono nate centinaia di piccole imprese e birrifici artigianali, è cresciuto un grande interesse per la bevanda anche dovuto alla possibilità di una facile autoproduzione.

Basta guardarsi attorno, e vedere come i pub si siano riempiti di birre artigianali, realtà come Baladin sono ormai diventate quasi mainstream e alcune birre artigianali ottime come quelle di Amarcord si trovano addirittura nei discount.

Personalmente conosco diverse persone che sperimentano la fermentazione casalinga, e i beer shop sono sempre di più.

Inoltre, sempre guardando dal lato della pianificazione strategica, la birra è un prodotto interno, visto che il 70% della birra bevuta in Italia è anche consumata qui. E questo significa che il circolo virtuoso è ottimale perché non solo i soldi restano qui, ma ci sono ulteriori margini per una possibile crescita verso l’estero, dopo un consolidamento industriale in Italia.

Su tutta questa situazione, ovviamente, arriva la mano dello stato.

Per quanto riguarda le tasse la birra è colpita dalle accise.  L’accisa è una imposta che colpisce alcuni prodotti particolari (alcoolici, tabacco, energia), legati ai monopoli statali.
L’accisa colpisce non il valore del bene (come l’IVA), ma la quantità della produzione (si paga a ettolitri o a chili), quindi ha un impatto diretto sui costi di produzione.

Tabella Accise

Il vino ha accise? No, ed è corretto che sia così, visto che essendo uno dei principali prodotti dell’industria alimentare, va incentivato, non frenato.
Il vino paga solo l’IVA.

La birra pero ha accise, non solo, ha accise altissime rispetto agli altri paesi UE, in particolare del principale competitor in questo settore: la Germania.

Questo differenziale già ora indebolisce la competitività a livello europeo della birra italiana,

Birra Germania Spagna

Osservando quindi tutta questa situazione, si hanno

  • grandi marchi italiani che però hanno lasciato le fabbriche qui e danno lavoro a migliaia di persone
  • un grande interesse imprenditoriale che ha portato all’apertura di centinaia di PMI birraie
  • una grande interesse commerciale, con decine di migliaia di consumatori che vogliono di più del solito peroncino
  • un settore in cui l’Italia è in una posizione di nicchia, quindi può solo aumentare

Insomma la situazione è ideale per eliminare quanto più possibile tasse, accise e altri oneri, favorire la produzione indipendente e far crescere le piccole e valide aziende birraie, aiutandole anche a mandare il loro prodotto all’estero, lì dove c’è spazio per vendere ottima birra italiana.

Produzione birra

Invece, ovviamente, no.
Avendo visto che c’è un grande giro d’affari, un settore in crescita, e pensando solo a raccogliere più tasse invece di tagliare le spese, si aumentano enormemente le accise sulla birra.

Non ci vuole un genio a capire che questa è la strada più facile, certo, ma è quella più folle, idiota e pericolosa.

Perché? Molto sempilce

  • ai grandi marchi, SABMiller e Heineken, non converrà più produrre in Italia la Peroni e la Moretti, la faranno dove si paga meno tutto
  • le piccole aziende vedranno i costi aumentare, oltre a tutte le altre difficoltà di fare impresa in Italia, e chiuderanno
  • i consumatori, in un periodo di crisi dei consumi, lasceranno il prodotto, o si rivolgeranno a marchi più grandi, esteri
  • i margini di crescita, interni ed esterni, saranno segati via, rendendo impossibile una crescita commerciale della birra italiana all’estero

Insomma si taglieranno le gambe ad un settore in crescita per fare pochi euro in più, o anche meno.

Ecco quindi completo l’esempio di stupidità legislativa e miopia industriale.

Lì dove l’unico intervento statale sarebbe supportare, detassare ed incentivare, proprio lì lo stato vede un settore che sta crescendo.
E vuole metterci le mani per arraffare quanto più possibile.

E come al solito, tra qualche anno, staremo tutti lì a parlare di un’altra grande occasione persa dall’Italia.

Ma la colpa, come al solito, sappiamo tutti di chi è.

#salvalatuabirra

Perché? Non mi piacciono i lunedì.

Quel lunedì mattina del 29 gennaio 1979 Burton Wragg, il preside della Scuola Elementare Cleveland a San Diego, stava per aprire le porte di ingresso della scuola, mentre sul piazzale continuavano ad arrivare i bambini, per iniziare una nuova settimana di lezioni.  Con lui c’era Mike Suchar, il custode della scuola.

Dall’altro lato della strada ci sono delle abitazioni.

In una di queste abita Brenda Ann Spencer, una ragazza di sedici anni.

And nobody’s gonna go to school today,  she’s gonna make them stay at home.

Brenda Ann è una ragazza un po’ ribelle, come molti adolescenti. Non rispetta le autorità, come molti adolescenti. Ha problemi di depressione e tendenze al suicidio, come alcuni adolescenti.

Ma ha qualcosa in più rispetto a tanti altri adolescenti problematici. Brenda Ann ha un fucile Ruger calibro 22 semiautomatico, donatole dal padre a Natale.

The silicon chip inside her head gets switched to overload.

Quella mattina Brenda Ann prende il suo fucile, lo punta fuori dalla finestra, guarda dentro il suo mirino telescopico. E spara.

Burton e Mike si gettano sui bambini cercando di proteggerli. Moriranno entrambi mentre otto bambini e un poliziotto arrivato sulla scena verranno colpiti, ma riusciranno a cavarsela.

And he can see no reasons.  ‘Cos there are no reasons. What reason do you need to die?

Brenda Ann in tutto spara trenta colpi, per poi barricarsi dentro casa, ormai circondata dalla polizia, per sette ore.
Poi si arrende, viene arrestata e condannata all’ergastolo.

Sweet 16 ain’t that peachy keen, now that ain’t so neat to admit defeat.

Durante le fasi della sua cattura qualcuno gli chiede perché abbia sparato, perché abbia ucciso due persone e ferito dei bambini.

Lei risponde: perché non mi piacciono i lunedì.

Tell me why? I don’t like Mondays.

I wanna shoot the whole day down, down, down, shoot it all down.