“La mia porta è aperta”

Ieri sera, nella nullità televisiva che circonda il concerto del Primo maggio, stavo guardando (per la gioia di chi era davanti alla TV con me) la prima puntata della miniserie Titanic – Nascita di una Leggenda.

Tra le varie stronzate trovate della sceneggiatura, c’è n’è stata una che mi ha colpito.

È una frase che dice Derek Jacobi interpretando Lord Pirrie, il presidente dei cantieri Harland&Wolff dove si sta costruendo il Titanic.

jacobi

Pirrie nella fiction è descritto come un padrone illuminato. Lui e la moglie si definiscono progressisti, liberali, e comunque molto attenti sia alle crescenti proteste delle maestranze, sia soprattutto all’inevitabilità del cambiamento dei tempi. Insomma, sembra quasi il ritratto di uno dei capitani coraggiosi che tanto sono piaciuti all’allora premier D’Alema e che tanto bene hanno fatto alle imprese italiane in via di privatizzazione.

Tornando alla miniserie, Pirrie è combattuto quando emergono le prime proteste sindacali, e critica fortemente i suoi colleghi industriali che reagiscono subito duramente imponendo una serrata. Loro sono proprio raffigurati come i classici padroni delle ferriere, disposti anche a far fallire tutto pur di non ascoltare quei miserabili degli operai.

Proprio quando gli operai della H&W (che tra l’altro è stata davvero in quel periodo difficile una delle aziende migliori dove lavorare) stanno per indire uno sciopero nel timore della serrata, Pirrie va a parlare con il capo sindacalista e gli dice una frase memorabile:

Io accetto il dialogo [con i sindacati]. A patto che rimanga costruttivo e portato avanti con metodi civili. Tutto quello che chiedo è che non mettiate in pericolo il lavoro qui con azioni violente e precipitose. Venite e parlate con me, la mia porta è aperta.

Ecco io ho lavorato in molte aziende diverse e con molti top manager diversi, anche espressione di linee ideologiche e/o politiche molto diverse.

E ho notato che sempre, ma dico proprio sempre, i peggiori sono quelli che dicono che la loro porta è aperta. Anche perché potrà essere vero, ma qualche metro prima della porta c’è un cancello ben chiuso e protetto.

Molto meglio i grugniti dei padroni delle ferriere.
Almeno quelli sono coerenti e non ti prendono per il culo.

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3 pensieri su ““La mia porta è aperta”

  1. Ma questo lo abbiamo imparato alle superiori: i professori peggiori e più pronti a colpire alle spalle erano quelli che “cercavano il dialogo” cogli alunni 😀

    (e non riesco più neanche a vedere Robin Williams da L’attimo fuggente)

    Poi di gente che è andata in pensione credendo alle porte aperte ne ho vista tanta, quindi immagino che comunque la balla funzioni 😦

    1. Sarà che io ho sempre avuto professori che non dialogavano proprio per nulla.

      E ti dirò di più, è giusto così.
      I ruoli devono essere netti e definiti, soprattutto quelli con funzione gerarchica.

  2. “In tempi di tramonto, anche i piccoli uomini hanno lunghe ombre.” Forse i padroni coerenti sono quelli che non hanno bisogno di dimostrare la loro posizione gerarchica.In ogni caso, possiamo stare a parlare fino a domani .. io mi RIFIUTO di vedere la seconda puntata..

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