Sempre la stessa scena…

Alcune sono palesi (e vergognose), altre meno, ma le ripetizioni nel cinema americano sono all’ordine del giorno. Di recente ho visto questi film a distanza molto ravvicinata e non si può non notare la scena presente in tutti i film.

Un sito maestro nell’indicare queste cose è Cracked, che in effetti aveva fatto una galleria come questa, ma che non riesco a ritrovare. Quindi la riproduco artigianalmente.

Il Silenzio degli Innocenti – 1991

Il silenzio degli innocenti

Dredd – La legge sono io – 1995

Dredd

Skyfall – 2012

Skyfall

Into Darkness – Star Trek – 2013

Into Darkness

Iconico il primo incontro tra Clarice e Hannibal, ma così tanto da diventare un passaggio obbligato del rapporto hero vs. villain?

Ma soprattutto, ve ne vengono in mente altre?

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Looking out of the window, staying out of the sun

Non sono propriamente un patito di musical. Mi piacciono come idea sì, ma alla fine sono molto selettivo sulle singole opere, e alla fine ne scarto parecchie.

Quelli che mi piacciono di più sono indubbiamente i lavori di Sir Andrew Lloyd Webber, soprattutto per i testi del suo “socio” Tim Rice.

Perché alla fine è importante l’ambientazione e molto importante la musica, ma visto che il musical è fondamentalmente un’opera teatrale cantata, la cosa più importante di tutte è senza dubbio il testo.

Uno dei passaggi più belli è contenuto non a caso in una delle opere più belle, Evita, in una delle canzoni più belle, Don’t Cry for Me, Argentina.
La riporto qui nella sua interpretazione più bella (non me ne vogliano i fan di Sarah Brightman), quella di Madonna nel film di Alan Parker.

Il testo è meraviglioso e struggente, un vero grido d’amore di una donna alla sua nazione, un grido che elimina tutto il superfluo della politica, delle polemiche e dei mezzi (qui fin troppo romanzati) usati dalla signora Duarte in Peron. E tolto il superfluo quello che resta è solo una speranza di una donna sola che ama il suo popolo e vuole essere amata:

I love you, and hope you love me.

Questa canzone racchiude una piccola perla, che passa spesso nascosta se chi la ascolta non è di lingua inglese (anzi British English), ma che dimostra l’enorme abilità di Rice nello scegliere ed usare le parole per esprimere sentimenti, emozioni e raccontare delle storie.

You won’t believe me.
All you will see is a girl you once knew,
although she’s dressed up to the nines,
at sixes and sevens with you.

Rice usa in modo meraviglioso due forme idiomatiche che rappresentano un concetto con dei numeri, e mettendole insieme non solo rende l’idea dello stato d’animo di Evita, ma lo fa musicalmente e poeticamente.

Evita, dice lei, è una ragazza che la popolazione argentina una volta conosceva (come umile, si sottintende). Ora  però è dressed up to the nines, cioè è vestita a festa, da noi si direbbe con l’abito della domenica. Eppure, anche se ripulita e arricchita, lei è sempre in contrasto con quella nazione che l’ha fatta soffrire e trattata male da giovane, ma anche nel momento in cui dice queste parole. Evita è at sixes and sevens con loro, cioè è confusa, non va d’accordo.

Dal testo emerge una donna che ama realmente il suo paese, che vorrebbe il bene di tutti i suoi concittadini, ma che non capisce (o fa finta di non capire) perché ha un rapporto così turbolento con loro.

Lei li ama, oltre la fama e il successo, e spera solo di essere amata.

Perché Louis e Billy Ray diventano ricchi?

questo post è dedicato a Sergio.

Ieri sera, come ogni vigilia di Natale è andato in onda (ovviamente su Italia1) il film Una poltrona per due di John Landis, col duo Aykroyd/Murphy.

Una poltrona per due

E come ogni vigilia di Natale, alla fine del film ci si chiede come fanno Louis e Billy Ray a diventare ricchi e a mandare sul lastrico i Duke?
A venirci in aiuto ci sono sia l’ottima la pessima voce italiana di Wikipedia del film (rovinata dalle ridicole regole dell’enciclopedia “libera”), sia questa pagina su Dangerous Logic (peraltro referenziata anche dall’articolo di Wikipedia).

Chiariamo subito una cosa, la scena finale ha come oggetto i futures, in dettaglio i futures sulle commodity.
Questo significa che loro contattano la compravendita del succo d’arancia congelato (che è una commodity, cioè una merce, un bene materiale) a gennaio per aprile (nel futuro appunto).

Chi contratta si impegna quindi a fornire, da lì a quattro mesi, quella merce al prezzo fissato in data di contrattazione. Non importa quanto la merce varrà ad aprile, il prezzo valido è quello fissato alla chiusura di quella sessione.

Ora direte: ma né i Duke né Louis e Billy Ray avevano tutto quel succo d’arancia? Esatto, infatti il trucco è tutto nel fatto che le vendite rappresentate nel film sono allo scoperto.

Questo è uno dei trucchetti più “subdoli” della finanza (e anche uno di quelli che sono soliti provocare crisi come l’attuale), cioè trattare di cose che non si posseggono, giocando sul fatto che o debiti incrociati o rialzi controllati possano sanare la situazione e far guadagnare un sacco di soldi a chi preme solo qualche bottone.

Noi sappiamo che la contrattazione è pilotata, perché i Duke hanno corrotto chi conosce i dati dell’andamento del raccolto. Con questa informazione potevano tranquillamente pilotare il mercato. I Duke infatti sanno che il raccolto andrà male (informazione falsa), quindi sanno che il prezzo del succo congelato schizzerà in alto non appena questa informazione sarà pubblicata.

Inviano quindi il loro broker a comprare il più possibile, facendo incetta di quote mentre la cifra è ancora bassa. La cifra ovviamente comincia ad alzarsi, perché quando è chiaro che i Duke si stanno muovendo così in forze, tutti capiscono che c’è qualcosa sotto, e vogliono avere una fetta della torta (più acquirenti e meno venditori = prezzo più alto).

Qui entrano in gioco i nostri due eroi. Loro sanno l’informazione vera, cioè che il raccolto è ottimo e abbondante. Quindi sanno che nessuno vorrà del succo d’arancia congelato, potendo contare su succose arance della Florida.

Iniziano quindi a vendere allo scoperto. E vendono ad un prezzo altissimo le forniture di aprile, proprio nel momento in cui tutti stavano comprando. Mossa apparentemente folle, ma ai broker cocainomani con le vene agli occhi sembravano un quarto di bue messo dentro una vasca di squali affamati.

Tutti comprano da loro, ad un prezzo sempre più alto. Loro quindi si stanno impegnando a fornire (ad aprile) del succo d’arancia ad un prezzo altissimo. Che non hanno ovviamente.

Ad un tratto: colpo di scena!
Esce il rapporto e il mercato impazzisce.

Tutti capiscono che le quote di succo che hanno in tasca non valgono nulla, e provano quindi a liberarsene. E alla svelta anche.
La situazione si inverte, il prezzo crolla (più venditori e meno acquirenti = prezzo più basso), il broker dei Duke sbrocca, forse perché in overdose, buttando i vecchi fuori dal mercato.

E i nostri due che fanno? Comprano ovviamente.
Loro devono pareggiare le quote che hanno venduto allo scoperto, quindi mentre il prezzo va in picchiata comprano tutta la merce disponibile dagli squali che sentono già la propria putrefazione. Aspettano quindi una quotazione particolarmente favorevole e invertono il grido (compro! compro! compro!).

Alla chiusura del mercato loro non solo hanno ovviamente tutto il succo d’arancia per la fornitura di aprile, ma vendendo prima e comprando dopo hanno realizzato una plusvalenza da urlo, che gli permetterà di vivere di rendita per tutta la vita. Ovviamente a spese dei Duke, che hanno comprato succo a peso d’oro e che ora non vale nulla.

Il calcolo di Dangerous Logic è questo:

Profits: (122 cents/pound – 38 cents/pound) * 15000 pounds/contract * 20000 contracts = $252,000,000.00. Cha-ching!

Ora, ci sono diverse incongruenze nella scena. Come ricorda Dangerous Logic c’erano già dei sistemi di controllo proprio per prevenire speculazioni come questa, e il film si prende qualche licenza per drammatizzare meglio la rivincita dei due truffati rispetto ai vecchi ricconi.

Diciamo comunque che questi sistemi non sono mai stati tanto perfetti, perché mentre una situazione del genere è controllabile, altre speculazioni (spread anyone?) continuano ad essere attuate proprio con meccanismi di questo tipo. Anzi, in questa scena c’erano ancora le contrattazioni di persona con i foglietti e la parola data, ora ci sono solo software che guardano i trend, ragionando per pattern-matching. Praticamente una slot machine.

In ogni caso il film è utile per capire una cosa: i “grandi finanzieri” non sono geni dell’economia o capitani d’industria.
Sono solo persone che giocano sulle vite e sui soldi di altri.

Buon Natale a tutti!