Famo la startap!

Più o meno dall’ultima fase della sua vita, e particolarmente dalla sua sovraesposta morte, l’Italia si è riempita di gente che pensa di essere come Steve Jobs.

E nemmeno nella sua fase più importante di visionario innovatore, no, proprio nella sua interpretazione più semplice: l’imprenditore che ha un’idea, che nasce dal nulla. Si potrebbe anche parlare di self made man, ma il termine fu già ampiamente abusato nel nostro paese durante gli anni della Milano da bere, quindi è meglio restare focalizzati solo sull’idea.

Mitizzando, come spesso succede in Italia, le opere del fondatore della Apple, è scoppiata la mania delle startup.

Un sacco di gente, che è convinta di essere geniale come Steve ma solo nata nel paese sbagliato, ha iniziato a parlare di creatività, idee innovative. E, appunto, di fare una startup. Tutti ne parlano e tutti hanno un idea.

E tutti si lamentano che la loro idea non trova fondi.

Eh… ma se nascevo in America, lì sì che investono nelle grandi idee!

Tutte queste sono parole al vento, naturalmente.
Perché un paese come l’Italia che ha sempre visto male la figura dell’imprenditore, che pensa che le PMI siano una risorsa (invece è una iattura), che non fa nulla per incentivare l’impresa privata, aumentando il potere delle controllate pubbliche, che cultura imprenditoriale può generare?

Vi faccio un esempio concreto di quello che succede proprio negli USA, il paradiso delle startup.

Questo è uno screenshot di Inc.com, uno dei siti principali che raccontano il mondo del business a stelle e strisce. In particolare quello high tech, ma i suoi articoli sono molto generici e orientati al mondo degli affari a tutto campo.

INC. Startup

La prima voce del menu principale del sito è proprio Start-up.
Giustamente a Inc. sanno molto bene che l’inizio di tante cose, in particolare nel mondo tecnologico, è una piccola idea nata in una piccola società.

Ma la vedete qual è la prima voce del sottomenu? Scrivere un Business Plan.

Prima di qualsiasi altra cosa, prima addirittura del nome della startup. Perché senza avere un business plan non si va da nessuna parte.

Senza avere un business plan non troverete mai nessuno che vi darà una lira.

Qualche tempo fa (mi pare proprio nei giorni della morte di Jobs, probabilmente parlando del libro Se Steve Jobs fosse nato a Napoli), da Gianluca Nicoletti a Melog su Radio 24 discutevano diversi esperti del settore. Tra loro anche un italiano, che lavora come ventur capitalist a Londra in una società di angel investor, con particolare attenzione al mercato italiano.

Ecco, questa persona ha detto chiaro e tondo che gli arrivano tanti italiani a chiedere soldi. Magari anche con idee buone e interessanti, ma che non hanno un business plan concreto, e spesso non hanno nemmeno idea di cosa sia.

Come possono quindi queste persone pretendere che qualcuno gli dia soldi, se non gli spiegano prima come farà a riaverli indietro, e auspicabilmente a guadagnarci qualcosa?

Sì perché la rivelazione sorprendente non è che basta avere un’idea (di quelle ce ne sono in giro anche troppe), ma bisogna spiegare a che serve e come farla fruttare.
Perché il capitalismo (di questo stiamo parlando, visto che il paradiso degli startupper sono gli Stati Uniti), è un sistema che mira a fare soldi.

Quindi la vostra idea brillante è brillante sì, ma perché serve a far guadagnare. E se trovate uno che di mestiere finanzia le imprese, non sta facendo beneficienza, sta cercando una via per far fruttare i suoi soldi. E la via siete voi.

La colpa di questa situazione è sicuramente un sistema culturale che, come detto, tutto fa tranne che incentivare l’impresa privata (non mi dite delle società che si possono aprire con un euro, ve prego… è la prova che si lavora contro l’impresa non a favore).  Che non spiega come strutturare passi elementari ma fondamentali come il business plan, che non attiva percorsi di formazione e incubazione concreti, magari anche con fondi pubblici (e ci sono eccome…).

Però la colpa principale è sicuramente di chi ha l’arroganza di aver capito tutto, e che fa la povera vittima con l’idea geniale che nessuno capisce. Che “se fossi nato in USA…

Sarebbe uguale, gli avrebbero chiuso la porta in faccia lo stesso.

Vi do un bel consiglio, quando parlate con uno di questi grandi imprenditori in erba, incompresi e frustrati perché nessuno capisce il loro genio, fategli una semplice domanda: mi fai vedere il business plan?

Se vi guardano come se foste un alieno, andatevene e lasciateli a leggere Millionaire.

E a rodersi il fegato.

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