Chiamate la polizia! O i carabinieri? O i pompieri? O l’ambulanza?

Kabobo Picconatore

La terribile storia di Kabobo il picconatore folle, un personaggio così completo (nome incluso) che sembra uscito da un film horror estivo, ha scosso molte persone, e non sono ovviamente mancate le strumentalizzazioni politiche da tutte le parti né i soliti stracciamenti di vesti dei vari opinionisti televisivi.

Però quello che è e resta un gesto di un folle, e quindi inevitabile per definizione, che sia clandestino o milanese da sette generazioni, ha colpito per un particolare: la mancata segnalazione delle aggressioni. Che ha portato ad un ritardo nell’intervento delle forze dell’ordine, e quindi a ancora più tempo al picconatore per compiere la sua strage mattutina.

Questa cosa è stata analizzata molto bene in questo articolo del Corsera di Milano, dal titolo La paura che ci spinge a non chiamare il 112.

L’articolo ricorda come la follia di Kabobo sia stata segnalata alla polizia un’ora e mezza dopo l’inizio del killing spree.

Le prime tre vittime del folle non hanno infatti avvertito nessuno, se non i soccorsi medici:

Sono svenuto e quando ho ripreso conoscenza la strada era deserta», ha raccontato ieri dal citofono della sua abitazione, accanto alla moglie, dopo essere stato dimesso dall’ospedale. «Ho barcollato fino a casa, ho impiegato tempo». Aggiunge la donna: «Non abbiamo neppure realizzato di cosa si trattasse, per questo non abbiamo pensato di avvertire i carabinieri, ma solo l’ambulanza. In ospedale, quando sono arrivati altri feriti, abbiamo capito».

L’articolo cita anche gli altri aggrediti, dicendo cosa hanno (o meglio non hanno) fatto dopo l’aggressione, prima comunque di andare in ospedale, dove è partito poi l’allarme definitivo.

Il giornalista, cercando di capire il perché di questo comportamento intervista anche i soliti espertoni, sociologhi (ahahhaha) e psic* sempre pronti a commentare tutto, che sintetizzano più o meno così:

Facciamo parte di una società individualista con uno scarso senso della cosa pubblica, come conferma l’episodio di sabato mattina.

O con idiozie ancora peggiori:

La liquidità dei legami di oggi rende quasi impossibile identificarsi nel bene comune, nelle ragioni della collettività.

Ecco, queste sono tutte cazzate.

Il motivo principale, come viene riportato da diversi commentatori all’articolo (che non hanno perso tempo in facoltà inutili e quindi ragionano bene) è molto, molto più semplice.

In Italia non esiste un numero unico di emergenza.

Sì, perché l’Italia è il paese delle parrocchiette, degli orticelli e delle caste. Quindi ognuno deve avere un sistemino suo, un numerino suo a tre cifre, un suo corpo d’emergenza personale.

In altri paesi non esiste questo concetto. Negli Stati Uniti c’è solo il 911. Qualsiasi sia l’emergenza tu chiami loro e loro ti mandano quello che serve, ma tenendo traccia di tutto.

Sì perché in questi casi la velocità di diffusione e la condivisione dell’informazione è essenziale.

Se c’è un pazzo che prende a picconate tre persone e uno chiama il 118, uno il 113 e uno il 112, nessuno correlerà mai le cose. Ognuno penserà ad un caso isolato perché non è conoscenza degli altri tre casi.

Questo si riflette anche sulla popolazione e sulle azioni che i cittadini compiono. Perché se io ho tanti numeri per un’emergenza, quando sarò davvero in emergenza, magari non chiamerò proprio nessuno. Serve una strada da percorrere in momenti critici, non si deve avere scelta. Perché più c’è scelta più si aumenta l’entropia più si hanno comportamenti confusi e non adeguati ad una risposta rapida ed efficiente.

L’unificazione dei numeri di emergenza non è una cosa nuova ma, come tante cose italiche, è dimenticata, ma non da tutti.

Il caos in cui siamo è ben ricordato da 112 Italia, organizzazione che si rifà alla European Emergency Number Association e alla 112 Foundation, una ONG impegnata da anni per far sì che il 112 sia il numero unico di emergenza in tutta Europa. 

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In Italia invece siamo messi così:

Difficile capirci qualcosa vero? Figuriamoci in emergenza.

112 Italia ha una bella pagina in cui descrive la situazione italiana, tra proposte, ipotesi, impegni e quant’altro, e un confronto con la situazione europea.
Tra l’altro proprio la situazione dell’Italia rispetto al resto dell’Europa ha spinto qualche anno fa la Commissione UE ad aprire una procedura di infrazione contro l’Italia, poi archiviata perché il Governo nel 2010 ci ha messo una pezza. Pezza inutile ovviamente, perché si tratta dell’ennesima sperimentazione che non avrà mai né fine né un qualunque risultato utile. Quindi presto temo che ne risentiremo parlare.

Queste che sembrano elucubrazioni esagerate non lo sono, perché corrette procedure e servizi servono a salvare delle vite.

I telefonini e smartphone che tutti abbiamo in tasca permettono di chiamare, anche se bloccati, due numeri: il 911 e il 112.

Quindi se vi serve un’ambulanza in Italia, non la potrete chiamare.

Altro che liquidità dei legami di oggi.

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Un pensiero su “Chiamate la polizia! O i carabinieri? O i pompieri? O l’ambulanza?

  1. A Roma Alemanno avrebbe chiamato eseccito o protezione civile!!!
    Scusandomi per la battuta mi dichiaro completamente d’accordo conil post.

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