Questa storia è molto indicativa di come si comporta l’opinione pubblica rispetto a notizie molto simili.
Solo che se rientrano nella discussione “politica” da tifo calcistico vengono prese in un modo, altrimenti vengono trattate con superficialità o ignorate del tutto.
La suddetta frase è stata detta dal ministro dell’Ambiente Clini, commentando le reazioni relative alla pubblicazione del cosiddetto decreto salva-Ilva.
La gravità di questo decreto è talmente evidente che già tutti parlano di conflitto tra istituzioni in atto. Senza contare il fatto che alimenta la schizofrenia di uno Stato che prima permette qualunque porcheria a discapito dei suoi cittadini e di una politica industriale efficiente, poi arriva con i bulldozer della magistratura a sequestrare, bloccare, vietare e chiudere.
Poi, non pago del casino combinato, tira fuori un decreto ad aziendam che ribalta la situazione e alimenta ancora il vergognoso ricatto tra salute e lavoro.
Vuoi morire oggi di fame o tra dieci anni di cancro? Sei libero di scegliere eh, siamo qui per aiutarti…
E dove sono quelli che per ogni porcatina ad hoc si stracciavano le vesti? Non pervenuti, il governo “tecnico” non si tocca e l’acciaio fuso è troppo bollente per essere trattato in campagna elettorale. Quando, viene spontaneo ipotizzarlo, andranno a chiedere voti proprio su quell’infame ricatto.
Sul tema è uscito oggi sul Sole un commento di Carlo De Benedetti, vale la pena approfondire, lo commenterò prossimamente perché la triste storia dell’acciaieria è la punta più evidente dell’iceberg industriale italiano, che si sta sciogliendo sempre più velocemente.
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